venerdì 29 giugno 2007

Le biomasse sono solo una favola

Scrive il Dott. Stefano Montanari: "Occorre sapere che ogni combustione produce inquinanti. E tanti. Per chi vuole informazioni, il Politecnico di Zurigo organizza ogni anno un congresso di livello mondiale sull'argomento, ma basta una normale laurea in chimica o anche solo un diploma per saperlo. Così, non bisogna illudersi: i vegetali bruciati inquinano eccome".
Inoltre Montanari si rifiuta di consolarsi con la tesi secondo la quale bruciando una pianta si produce tanta anidride carbonica quanta questa ne avrebbe prodotta nel corso della sua esistenza. Sì, è vero, ma la storia non finisce qui.
"Bisogna sapere" scrive Montanari "che ogni volta che si brucia qualcosa di organico in presenza di cloro, un elemento pressoché ubiquo, si produce la più insidiosa delle diossine, quella con quattro atomi di cloro nella molecola. Ma oltre alla diossina, la temperatura e l’ossidazione di una miriade di sostanze solo parzialmente conosciute costruiscono tutta una serie lunghissima d’inquinanti". E non basta, la combustione di sostanze organiche "produce quantità rilevanti di micro e
nanoparticelle inorganiche che originano dal contenuto appunto inorganico della pianta stessa, un contenuto tutt'altro che irrilevante e fortissimamente dipendente dal terreno in cui la pianta è cresciuta".

La produzione di queste nanoparticelle è la causa dell'insorgenza delle cosiddette nanopatologie.

La conclusione alla quale giunge il Dott. Montanari attraverso queste considerazioni è la stessa alla quale era giunto tempo fa Giulio De Simon dopo un confronto tra biomasse e fotovoltaico, ovvero che il futuro è rappresentato dall'utilizzo dell'energia solare.

Per un approfondimento leggere l'articolo "A caccia di biomasse" del Dott. Stefano Montanari.


Tratto dal sito http://www.blogeko.info


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