Il coacervo di geronto-pluto-burocrati che amministra il Bel Paese sembra non volerne proprio sapere di fare le cose nell'interesse della gente che ha dato loro da sedere sugli scranni da loro occupati in maniera indebita in quanto conquistati grazie ad una legge elettorale del tutto illegittima.Per loro somma sfortuna, però, l'Italia è un Paese membro della Comunità Europea.
Quindi, d'ora in avanti, le associazioni civiche per la tutela dei territori e dei diritti fondamentali del cittadino dovranno avere Bruxelles come unico interlocutore.
A nulla varranno i tentativi truffaldini di sottrarre alle competenze della Commissione Europea materie quali le politiche ambientali e via dicendo: la recente figuraccia di Donna Stefania e la sonora lavata di capo fattale da Sarkozy ne sono una fulgida esemplificazione.
Orbene, questi individui i quali, nella loro totale, manifesta e caprina ignoranza mista a malafede, pretendono di decidere sulla nostra pelle forti solo di un mandato che - lo ribadiamo con forza - è del tutto ILLEGITTIMO, stanno modificando, con l'avallo di quell'ammasso putrido e lumacoso che si auto definisce "opposizione", anche la legge elettorale per gli europarlamentari, che finora venivano scelti col "proporzionale secco".
La soglia di sbarramento al 4 o 5% fortemente voluta dallo psiconano e che tanto piace anche a Topo Gigio ha l'unico scopo di spazzare via definitivamente tutte le forze politiche che - pur con tutte le riserve possibili - ancora mantengono un atteggiamento pur debolmente difensivo nei confronti di ciò che è patrimionio pubblico, vale a dire ambiente, istruzione, sanità, energia etc.
Ragion per cui si rende necessario intensificare i rapporti con gli europarlamentari stranieri militanti nelle forze politiche apertamente schierate a tutela dei beni comuni.
Eurodeputati francesi, belgi, austriaci, sloveni, estoni, finlandesi, svedesi, perfino maltesi e ciprioti: la tragica realtà è che potremo contare solo sul loro aiuto.
Iniziamo quindi con una bella denuncia alla Commissione Europea con relativa richiesta di sanzione al governo italiano. Qui di seguito pubblichiamo il testo integrale dell'esposto appena inoltrato alla Commissione da Roberto Pirani della Rete Nazionale Rifiuti Zero.
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DENUNCIA ALLA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE RIGUARDANTE INADEMPIMENTI DEL DIRITTO COMUNITARIO DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO IN MATERIA DI INCENTIVAZIONE AD ENERGIE RINNOVABILI, DIVIETO AIUTO DI STATO, DIRETTIVA RIFIUTI.
Gentili Signori,
vi comunico che la Camera del Parlamento della Repubblica Italiana, in data 16 dicembre 2008 (www.camera.it/_dati/leg16/
Tale decreto è stato definitivamente convertito in legge per mano del Senato della Repubblica con atto n. 1280 del 22 dicembre 2008. La legge è la n.210 del 30 dicembre 2008 (www.parlamento.it/parlam/
Gli incentivi Cip6 verranno riconosciuti a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008. Vengono altresì confermati per la quota del 51% gli incentivi sottoforma di “Certificati Verdi” a tutte le forme d’incenerimento (sia rifiuti tal quali residui da raccolta differenziata che per il cosiddetto “combustibile da rifiuti” ). Questo sia che si tratti di rifiuti non biodegradabili che biodegradabili. Che si tratti d’impianti per produzione d’energia rinnovabile quindi che citato testualmente nel testo “non rinnovabile”.
Questi incentivi all’incenerimento che alterano il mercato, è stato calcolato, comporteranno una ulteriore spesa sulle bollette dei cittadini pari a 2 miliardi di euro che anziché alle fonti realmente rinnovabili andranno all’incenerimento di rifiuti anche per la parte non rinnovabile sottoforma di Cip6 e cosidetti “Certificati Verdi”.
Di questi contributi circa 1.6 miliardi di euro, è stato calcolato verranno inviati per i costruendi inceneritori nella Regione Sicilia, dove si progetta di bruciare il 65% dei rifiuti solidi urbani prodotti (www.ilsole24ore.com/art/
Nella legge in questione (articolo 9-ter) viene inoltre approvato un “Piano Nazionale Inceneritori” (l’Italia ha già 50 impianti d’incenerimento funzionanti) che ricalca la proposta presentata nel luglio 2008 dalla lobby italiana del settore (Anida-Confindustria). Nella stessa legge approvata definitivamente il 22 dicembre 2008, mentre l’Unione Europea discute della importante direttiva Biowaste sul riciclo, riutilizzo e recupero della parte organica dei rifiuti sia ai fini energetici (produzione di biogas) che della fertilizzazione naturale dei terreni agricoli, si prevede ( articolo 9-quater) invece la possibilità di immettere in fognatura rifiuti organici “provenienti dagli scarti dell’alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili”. T
utto ciò oltre a creare possibili problemi alle tubature e reti fognarie porta alla creazione di migliaia di tonnellate di fanghi di depurazione (con relativo problema di smaltimento e costi aggiuntivi) ed inficia l’incentivazione della raccolta differenziata degli scarti organici urbani. Detto ciò, ricordiamo ciò che la Commissione Europea in data 20.11.2003 (risposta E-2935/03IT all’interrogazione dell’eurodeputato Monica Frassoni) ribadì con l’allora Commissario Loyola De Palacio in tema di energie rinnovabili e loro incentivazione prevista dalla direttiva 2001/77 e cioè che “la frazione non biodegradabile dei rifiuti non può essere considerata fonte di energia rinnovabile”.
Ciò veniva ricordato molto bene sul blog di Beppe Grillo, da lì nel dicembre 2006 fu publicizzata una petizione via internet che in Italia raccolse oltre 78.000 adesioni per l’abolizione di tali incentivi illegali secondo le normative europee. I provvedimenti diventati legge in data 22 dicembre che ripristinano tali incentivi, rappresentano a nostro avviso un aiuto di Stato illegittimo che altera il mercato a favore dell’industria degli impianti d’incenerimento a discapito del settore della produzione di energie realmente rinnovabili (solare, geotermico, idrico, eolico etc.) come è inteso da parte della normativa europea (e quindi incentivabile) ed anche una concorrenza sleale nei confronti di chi nel settore dei rifiuti si occupa di prevenzione, riciclo, recupero e trattamento rifiuti anche con produzione d’energia diversa dalla combustione (es: raccolta differenziata domiciliare, compostaggio, digestione anaerobica con produzione di biogas, trattamento meccanico biologico, centri riciclo e recupero materiali tramite estrusione-trasformazione di materiali non riciclabili etc.).
Interventi, quelli di prevenzione/riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero lo ricordiamo, che sono prioritari per la normativa UE rispetto all’incenerimento, che non rappresenta l’unica forma di trattamento e/o recupero energetico da rifiuti. L’incenerimento anche con recupero eneregetico nella gerarchia d’interventi della direttiva UE è al penultimo posto.
Vi chiediamo quindi di aprire una procedura d’infrazione verso l’Italia e annunciamo altresì che come cittadini italiani chiederemo di rivalerci nel caso di una sanzione economica da parte della Commissione Europea , verso i parlamentari che hanno votato tali provvedimenti.
In attesa di un vostro gentile riscontro,
Distinti Saluti
Roberto Pirani
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